Ok ok, non è una ricetta. Ma insomma, oggi è andata così.
Avevo fretta. Volevo stare leggera. Ero nervosa per centocinquantamila motivi.
E mi sono detta: ok, non sarà una ricetta da Artusi, ma è buona!
Poi fate voi. Io avevo in casa: squaquerone freschissimo, spinaci appena lessati e fette di tacchino al forno.
In alternativa, formaggio fresco a vostra scelta e rucola o lattughino o quello che preferite!
mercoledì 29 febbraio 2012
martedì 28 febbraio 2012
Premio Italia a Tavola 2012
Anche quest'anno è stata la meravigliosa e cornice di Firenze ad ospitare il premio Italia a Tavola. Premiati i tre vincitori del sondaggio sul personaggio dell'anno dell'enogastronomia e della ristorazione: nella categoria CUOCHI, la chef campana Rosanna Marziale de Le Colonne di Caserta, nella categoria OPINION LEADER il giornalista e conduttore radiofonico Davide Paolini e nella categoria MAITRE e SOMMELIER Alessandro Scorsone, sommelier e cerimoniere di Palazzo Chigi.
lunedì 27 febbraio 2012
Paccheri filanti...in cocotte
Inutile dirvi che i miei bambini l'hanno letteralmente divorata!!!
Una ricetta perfetta da fare quando in frigo vi sono rimasti un po' di prosciutto cotto, un ultimo pezzetto di formaggio e del latte. E che si fa per pranzo?
Da moglie e mamma che ogni giorni deve preparare il pranzo e la cena e quindi sfamare i tre uomini di casa cercando di variare il più possibile il menu, questa è una preparazione che farà felici tutti. Credetemi sulla parola. Non ci sono verdure quindi è perfetta per i più piccoli, è sostanziosa e ricca quindi ideali per gli uomini. Fila e fonde quindi la mia pasta preferita. Sapete quanto io ami il formaggio o la mozzarella nella pasta?!
Ingredienti: per 6 cocotte o una teglia rettangolare
500 gr di paccheri
1 litro di besciamelle
100 gr di prosciutto cotto
50 gr di formaggio grana
60 gr di provola dolce
sale
Preparazione:
Preparate la besciamelle classica (1 lt di latte intero, 50 gr di burro, noce moscata, sale e 100 gr di farina)
Cuocete la pasta per 6 minuti. Scolatela e amalgamatela alla besciamelle, aggiungete la provola tagliata a cubelli, il prosciutto cotto a pezzetti e il grana. Riempite le cocotte e infornate per 10 minuti facendo gratinare. Servite direttamente in tavola nelle cocotte.
E per tutte le appassionate di Creatività...non solo in cucina, vi ricordo l'appuntamento con la fiera della manualità in tutte le sue forme: Abilmente.
1 - 4 Marzo 2012- Fiera di Vicenza
Ma quest'anno c'è una novità golosa che riguarderà il Cake Design....
All’interno dell'edizione di primavera infatti per la prima volta verrà realizzata un’area tematica dedicata alla decorazione delle torte. “Sugar art & cake design” è un’area vivace e dinamica, che si inserisce nel contesto del pad. B, interamente dedicato agli Atelier creativi.
Abilmente allarga quindi i propri orizzonti: la manualità creativa, tema centrale della manifestazione, coniuga trasversalmente mondi molto diversi. Alle numerose appassionate di patchwork, scrapbooking, felting, ricamo, stamping ecc, si aggiungono i cake designer, maestri pasticceri che amano decorare le torte usando gli attrezzi più disparati: dai modellatori di paste, agli innumerevoli stampi, dai pennelli alle mascherine per gli stencil.
Cosa aspettate? Da giovedì a domenica...per una fiera interamente dedicata a noi...
Io ci sarò...e farò incetta di idee e materiali...
venerdì 24 febbraio 2012
Polipetti affogati e voglia di mare.
Sarà il freddo, sarà la mia solita fissazione con il mare, sarà il countdown all'estate, ma oggi mi sono svegliata così. Con la voglia di un piatto "terrone", di quelli che ricordano la mia infanzia. Di quelli che, ancora oggi, mi fanno emozionare. (Si, io mi emoziono davanti ad un piatto ben riuscito e genuino).
Ditemi la verità, solo guardando la foto, non vi viene voglia?
La ricetta la trovate subito sotto ... e buon appetito!
Ditemi la verità, solo guardando la foto, non vi viene voglia?
La ricetta la trovate subito sotto ... e buon appetito!
martedì 21 febbraio 2012
Venditori di pubblicità
Mi capita un libro tra le mani. Un libro comprato anni fa, un pò per curiosità, un pò per passione. Parla di pubblicità, di comunicazione. Ma si potrebbe benissimo applicare a tutti i lavori.
Silvio Dolci viene definito un creativo puro. Uno che preferisce il termine " jouer" al nostro "lavorare". Un uomo con una visione agonistica del lavoro. Il primo ad avere la straordinaria ambizione di aprire un'agenzia tutta italiana a Parigi. Uno che sussurrava il suo nome come chi degusta il primo sorso di un vino millesimato. Uno che a volte si ricorda più il particolare che il generale. Tutti sanno che il 14 luglio è il giorno della presa della Bastiglia. Pochi sanno che l'anno è il 1789. Un pubblicitario talmente convinto che Dante è più un olio che un poeta, uno che ha l'impressione che i suoi collaboratori possano essere meno recalcitranti nel fare straordinari se lui lavora più di loro. Silvio Dolci è uno che ai sogni non ci rinuncia, uno che faccio il pubblicitario perchè altrimenti non esisterei. Uno che vuole fare il megalomane, che quando sale sull'aereo vuole fare il pilota, uno per cui la felicità è incontrare qualcuno che ha voglia di incontrarci. Uno che crede più alla coscienza che ai codici, uno che l'abitudine, l'esercizio, nel sesso, nello sport, nella vita, nell'uso della memoria, nel lavoro ne determinano il ritmo. Se non fai il numero di telefono per un po di tempo, lo dimentichi. Se lo fai sempre, è automatico. Uno per cui l'eleganza quando si acquisisce diventa naturale e spontanea e la laurea quando si consegue non ce ne frega più niente, uno che solo i pesci morti seguono la corrente.
Uno per cui, soprattutto, i piedi non servono a tenere in forma le scarpe.
"Parla di malattia per definire l'essenza del mio mestiere. Io ribatto che un pubblicitario non si vaccina contro il bacillo della comunicazione. Anzi, lo coltiva, lo alleva, lo alimenta."
Silvio Dolci viene definito un creativo puro. Uno che preferisce il termine " jouer" al nostro "lavorare". Un uomo con una visione agonistica del lavoro. Il primo ad avere la straordinaria ambizione di aprire un'agenzia tutta italiana a Parigi. Uno che sussurrava il suo nome come chi degusta il primo sorso di un vino millesimato. Uno che a volte si ricorda più il particolare che il generale. Tutti sanno che il 14 luglio è il giorno della presa della Bastiglia. Pochi sanno che l'anno è il 1789. Un pubblicitario talmente convinto che Dante è più un olio che un poeta, uno che ha l'impressione che i suoi collaboratori possano essere meno recalcitranti nel fare straordinari se lui lavora più di loro. Silvio Dolci è uno che ai sogni non ci rinuncia, uno che faccio il pubblicitario perchè altrimenti non esisterei. Uno che vuole fare il megalomane, che quando sale sull'aereo vuole fare il pilota, uno per cui la felicità è incontrare qualcuno che ha voglia di incontrarci. Uno che crede più alla coscienza che ai codici, uno che l'abitudine, l'esercizio, nel sesso, nello sport, nella vita, nell'uso della memoria, nel lavoro ne determinano il ritmo. Se non fai il numero di telefono per un po di tempo, lo dimentichi. Se lo fai sempre, è automatico. Uno per cui l'eleganza quando si acquisisce diventa naturale e spontanea e la laurea quando si consegue non ce ne frega più niente, uno che solo i pesci morti seguono la corrente.
Uno per cui, soprattutto, i piedi non servono a tenere in forma le scarpe.
Ambizione. Sogni. Abitudine. "Perché altrimenti non esisterei".
Riflettete. Alle volte insegna più un libro di una persona. E questo fa pensare.
Tag:
Io in fila
Biscotti o gelati al cioccolato?
Qui vi avevo parlato di questi biscottini...fatti con i miei bambini un venerdì pomeriggio.
Così oggi vi lascio la ricetta. Piacerà a grandi e piccini credetemi.
Ed è un ottima idea per le feste di compleanno, di carnevale e perchè no...anche per i pomeriggi piovosi come questi.
Buon Martedi di Carnevale a tutti...
Ingredienti:
250 gr di farina 00
250 gr di burro
100 gr di farina di mandorle (o di nocciole)
170 gr di zucchero a velo
estratto di vaniglia
1 cucchiaio di cacao
100 gr di cioccolato bianco da copertura
100 gr di cioccolato fondente da copertura
Amalgamate il burro con lo zucchero e l'estratto di vaniglia. Unite poi la farina 00 e quella di mandorle. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Dividete il composto e in uno aggiungete del cacao creando un impasto scuro. Lasciate riposare in frigorifero i due impasti (avvolti in pellicola) per 30 minuti.
Stendete poi con il mattarello e ottenete i biscotti con una formina a forma di gelato. Disponete i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocete in forno a 180° per 15 minuti. Sfornate i biscottini (bianchi e al cacao) quando saranno dorati e fate raffreddare prima di decorare. Sciogliete a bagnomaria prima il cioccolato bianco e quando sarà fluido intingete i biscottini al cacao nella parte superiore. Proprio creando dei gelati al cioccolato. Fate raffreddare sulla carta forno. Fate così anche con i biscottini al cioccolato fondente.
Così oggi vi lascio la ricetta. Piacerà a grandi e piccini credetemi.
Ed è un ottima idea per le feste di compleanno, di carnevale e perchè no...anche per i pomeriggi piovosi come questi.
Buon Martedi di Carnevale a tutti...
Ingredienti:
250 gr di farina 00
250 gr di burro
100 gr di farina di mandorle (o di nocciole)
170 gr di zucchero a velo
estratto di vaniglia
1 cucchiaio di cacao
100 gr di cioccolato bianco da copertura
100 gr di cioccolato fondente da copertura
Amalgamate il burro con lo zucchero e l'estratto di vaniglia. Unite poi la farina 00 e quella di mandorle. Impastate fino ad ottenere un composto omogeneo. Dividete il composto e in uno aggiungete del cacao creando un impasto scuro. Lasciate riposare in frigorifero i due impasti (avvolti in pellicola) per 30 minuti.
Stendete poi con il mattarello e ottenete i biscotti con una formina a forma di gelato. Disponete i biscotti su una teglia rivestita di carta forno e cuocete in forno a 180° per 15 minuti. Sfornate i biscottini (bianchi e al cacao) quando saranno dorati e fate raffreddare prima di decorare. Sciogliete a bagnomaria prima il cioccolato bianco e quando sarà fluido intingete i biscottini al cacao nella parte superiore. Proprio creando dei gelati al cioccolato. Fate raffreddare sulla carta forno. Fate così anche con i biscottini al cioccolato fondente.
lunedì 20 febbraio 2012
Garganelli Astice e Funghi
Questa ricetta è talmente vecchia che le foto riportano ancora il copyright tipico delle mie prime ricette.
L'ho ritrovata nell'archivio e non potevo non postarvela. Anche perchè ... funghi e astice, con un garganello che ben assorbe il condimento e una bella spolverata di prezzemolo, è una pura libidine.
Quindi, poco da dire...buon appetito!
L'ho ritrovata nell'archivio e non potevo non postarvela. Anche perchè ... funghi e astice, con un garganello che ben assorbe il condimento e una bella spolverata di prezzemolo, è una pura libidine.
Quindi, poco da dire...buon appetito!
domenica 19 febbraio 2012
RistorExpo 2012
In questi giorni, esattamente dal 19 al 22 febbraio, a Lariofiere si tiene il RistorExpo. E' la 15esima edizione del salone dedicato ai professionisti della ristorazione che deve il proprio successo alla capacità di rinnovarsi ed anticipare le tendenze del mercato, pur non trascurando mai la qualità e la ricerca del "valore aggiunto" per tutti gli operatori della filiera.
Oggi, giornata di apertura con il convegno su un tema a noi caro "Il cibo e le parole".
"Il cibo non solo si mangia. Si gusta. E di cibo si parla. Nella nostra società infatti, mangiare non è più semplicemente un atto necessario per la vita, ma ha assunto connotazioni diverse e più profonde. La cucina è oggi una forma d'arte e il saper mangiare bene un vero e proprio stile di vita. Da argomento per addetti al lavoro, il cibo è ormai un tema sulla bocca di tutti. Chef spopolano in tv, schiere di blogger propongono ricette sul web, sempre più film e romanzi ambientati tra i fornelli, in un mix di ingredienti che soddisfa tutti i gusti"
E a "raccontare"il cibo attraverso le parole di oggi, ma soprattutto di domani, Giacomo Mojoli, giornalista e docente universitario, io, Davide Scabin, Andrea Petrini, giornalista, e Marco Bolasco, direttore editoriale Slow Food.
Di seguito qualche scatto rubato a Ezio Zigliani, per voi.
Oggi, giornata di apertura con il convegno su un tema a noi caro "Il cibo e le parole".
"Il cibo non solo si mangia. Si gusta. E di cibo si parla. Nella nostra società infatti, mangiare non è più semplicemente un atto necessario per la vita, ma ha assunto connotazioni diverse e più profonde. La cucina è oggi una forma d'arte e il saper mangiare bene un vero e proprio stile di vita. Da argomento per addetti al lavoro, il cibo è ormai un tema sulla bocca di tutti. Chef spopolano in tv, schiere di blogger propongono ricette sul web, sempre più film e romanzi ambientati tra i fornelli, in un mix di ingredienti che soddisfa tutti i gusti"
E a "raccontare"il cibo attraverso le parole di oggi, ma soprattutto di domani, Giacomo Mojoli, giornalista e docente universitario, io, Davide Scabin, Andrea Petrini, giornalista, e Marco Bolasco, direttore editoriale Slow Food.
Di seguito qualche scatto rubato a Ezio Zigliani, per voi.
mercoledì 15 febbraio 2012
Ti lascio una zuppetta per coprirti se avrai freddo ...
Vogliamo parlare del freddo di questi giorni?
Per una freddolosa come me, un incubo.
Non so come vestirmi. Vivo con coperte di pile anti-sexy avvolte addosso e tremo all'idea di uscire di casa, ogni giorno.
Da qualche giorno sono fissa a Roma, per le nuove puntate e sto sperando in un clima migliore, almeno nella magggica.
Intanto per scaldarci, che ne dite di una minestra di fagioli a cui non si può proprio dire di no?
Per una freddolosa come me, un incubo.
Non so come vestirmi. Vivo con coperte di pile anti-sexy avvolte addosso e tremo all'idea di uscire di casa, ogni giorno.
Da qualche giorno sono fissa a Roma, per le nuove puntate e sto sperando in un clima migliore, almeno nella magggica.
Intanto per scaldarci, che ne dite di una minestra di fagioli a cui non si può proprio dire di no?
martedì 14 febbraio 2012
Cuoricini di ricotta e zucca con gorgonzola e semi di papavero
No, non mi sono dimenticata la ricetta per voi innamorati. Non ho dimenticato il giorno in cui l'Amore viene festeggiato.
Molti odiano questo giorno. Per altri non ha alcun significato. Per altri ancora è una festa ridicola e consumistica.
Forse non hanno tutti i torti. Ma perchè non provare a vedere il bello e il magico anche in questo giorno?
E' San Valentino, bene, è la festa degli innamorati quindi. E se lo siete veramente perchè non brindare all'Amore. Perchè non fare omaggio a questo sentimento meraviglioso?
E preparare qualcosa di buono, bello e romantico?
Ho pensato di proporvi degli gnocchi di ricotta e zucca a forma di cuore e condirli con gorgonzola, parmigiano e semi di papavero. Tempo di preparazione e cottura? 10 minuti!!!!!
Che ne dite, vi va di provare? Venite con me in cucina, incominciamo ad impastare...la serata è vicina.
lunedì 13 febbraio 2012
Cake salata ai pomodori pachino
Una cake salata per il mio periodo "cake dipendente".
Non so perchè ma da quando ho acquistato lo stampo corretto da cake, quello non troppo grande, nè troppo piccolo, sono diventata cake dipendente.
Ne ho preparate decine, abbattute e surgelate. Pronte all'uso, no?
In questo caso è semplicissima. Avevo dei pachino da utilizzare e voilà! Una cake gustosa e tremendamente facile.
Variatela a vostro piacimento, sarà divertente scoprire nuovi ripieni!
Non so perchè ma da quando ho acquistato lo stampo corretto da cake, quello non troppo grande, nè troppo piccolo, sono diventata cake dipendente.
Ne ho preparate decine, abbattute e surgelate. Pronte all'uso, no?
In questo caso è semplicissima. Avevo dei pachino da utilizzare e voilà! Una cake gustosa e tremendamente facile.
Variatela a vostro piacimento, sarà divertente scoprire nuovi ripieni!
domenica 12 febbraio 2012
La vita
La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compila.
La vita è un gioco, giocala.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, conservala.
La vita è amore, godila
La vita è un mistero, scoprila.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantala.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è una tragedia, afferrala corpo a corpo.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.
-M.T. di Calcutta-
Tag:
Una mamma lo sa
venerdì 10 febbraio 2012
Ciambella ai carciofi e prosciutto cotto
E' tempo di carciofi...e io li cucino.
E mentre sono in treno per Milano, vi lascio una ricetta che merita di far parte del repertorio dei miei lievitati: come il pan brioche, la focaccia, la torta di mele.
E dopo la focaccia morbidosa che vi ho dato due giorni fa, ricevendo tanti commenti e messaggi positivi, oggi ho pensato di lasciarvi la ricetta della mia "ciambella di verdure".
Credetemi, ne ho provate tante, molte delle quali sono in questo blog ma questa è quella che mi ha dato più soddisfazioni: non si sforma, resta compatta e croccante all'esterno e soprattutto morbida e ricca all'interno. Non è un focaccia secca...è un insieme di gusto, morbidezza e ricchezza di ingredienti.
E poi, è facilissima. Fidatevi di Angela.
Ingredienti:
2 carciofi stufati o lessati
180 gr di farina
1 bustina di lievito secco per preparazioni salate
sale
pepe
100 ml di latte
80 ml di olio evo
2 fette di prosciutto cotto tagliate a dadini
100 gr di formaggio a pasta filata
3 uova
Ingredienti:
Nella planetaria o in una ciotola amalgamate le uova con l'olio e il latte. Aggiungete la farina e il lievito. Mescolate. Unite i carciofi tagliati a pezzetti, il formaggio, sale, pepe e prosciutto cotto.
Versate il composto in uno stampo da kughelof rivestito di carta forno o burro e farina. Infornate per 30 minuti a 180°
giovedì 9 febbraio 2012
Di treni, cucina, partenze e ritorni.
In questa ultima settimana sono salita su un treno almeno 6 volte. Considerati i disagi della stazione di Bologna con la neve alta 1mt, vi lascio immaginare il mio umore.
No, non sono meteoropatica. Accuso la gente incapace di gestire le situazioni. Quella chiamata a farlo, ovviamente.
Eppure, riesco a trovarne il lato positivo, in un giovedì pomeriggio di ritorno a casa.
Domani non registriamo, causa prevista neve a Roma e così il mio rientro è stato anticipato ad oggi.
E ora sono qui, posto 72 accanto al finestrino. Di fronte a me, nessuno. Accanto a me, un uomo sui quaranta al cellulare. Chiama a casa per avvisare che il treno arriverà tardi. "No, amore davvero, non aspettarmi per cena. Tu mangia, io poi mi arrangio con quello che resta. Ti bacio".
Non sono un'impicciona. E' che mi piace prendere spunto dalla gente. Altrimenti scrivo sempre di me.
-Si, lo so, tanto lo faccio, ugualmente-
Pensavo che lei probabilmente lo aspetterà, alla fine. Perché noi donne siamo fatte così. Ci piace aspettarlo, il nostro uomo. Ci piace cucinare per lui. Ci piace coccolarlo. Ci piace sperimentare quella nuova verdura trovata al mercato e vedere curiose la sua faccia davanti alle nostre nuove creazioni.
In fondo, ha ragione mia sorella quando dice che la cucina è condivisione. Ed è forse anche una forma di amore. La più autentica.
Ho gli auricolari e sono connessa con il wifi di Trenitalia. Ascolto Cesare Cremonini forse perché sento la mancanza di Bologna. Forse perché sono giorni un po' così. Forse perché domani sarei dovuta partire per Pukhet per lavoro ed è slittato tutto ad Aprile e io avevo bisogno di andarmene, ora. Forse perché le farfalle me lo hanno divorato lo stomaco, lasciandomi solo un terribile fastidio. Forse perchè ho solo voglia di ascoltare qualcosa che non siano le telefonate dei miei vicini di treno.
Da domani avrò dieci giorni per dedicarmi totalmente alla cucina, nuove ricette per nuovi clienti e un po' non vedo l'ora. Mi manca la cucina, in questo periodo. Non faccio la spesa da settimane, vivo a Roma e lavoro a Milano, passo da Bologna quasi per sbaglio e il tempo è sempre meno. Mi trovo a cucinare 15 ricette per il blog, in una giornata e poi mesi senza mani in pasta. Ho voglia domattina di andare per negozietti e supermercati. Ho voglia di comprare burro, latte, uova e tantissime verdure. Ho voglia di sperimentare gusti diversi e ho voglia di non pensare, per qualche giorno.
"E' solo una questione di abitudine, Macy". Si, deve essere così.
E allora, caro Cesare Cremonini, tu non mi aiuti. Premo play su Gianna Nannini, pubblico questo post e mi metto a dormire.
Adieu.
Macy
No, non sono meteoropatica. Accuso la gente incapace di gestire le situazioni. Quella chiamata a farlo, ovviamente.
Eppure, riesco a trovarne il lato positivo, in un giovedì pomeriggio di ritorno a casa.
Domani non registriamo, causa prevista neve a Roma e così il mio rientro è stato anticipato ad oggi.
E ora sono qui, posto 72 accanto al finestrino. Di fronte a me, nessuno. Accanto a me, un uomo sui quaranta al cellulare. Chiama a casa per avvisare che il treno arriverà tardi. "No, amore davvero, non aspettarmi per cena. Tu mangia, io poi mi arrangio con quello che resta. Ti bacio".
Non sono un'impicciona. E' che mi piace prendere spunto dalla gente. Altrimenti scrivo sempre di me.
-Si, lo so, tanto lo faccio, ugualmente-
Pensavo che lei probabilmente lo aspetterà, alla fine. Perché noi donne siamo fatte così. Ci piace aspettarlo, il nostro uomo. Ci piace cucinare per lui. Ci piace coccolarlo. Ci piace sperimentare quella nuova verdura trovata al mercato e vedere curiose la sua faccia davanti alle nostre nuove creazioni.
In fondo, ha ragione mia sorella quando dice che la cucina è condivisione. Ed è forse anche una forma di amore. La più autentica.
Ho gli auricolari e sono connessa con il wifi di Trenitalia. Ascolto Cesare Cremonini forse perché sento la mancanza di Bologna. Forse perché sono giorni un po' così. Forse perché domani sarei dovuta partire per Pukhet per lavoro ed è slittato tutto ad Aprile e io avevo bisogno di andarmene, ora. Forse perché le farfalle me lo hanno divorato lo stomaco, lasciandomi solo un terribile fastidio. Forse perchè ho solo voglia di ascoltare qualcosa che non siano le telefonate dei miei vicini di treno.
Da domani avrò dieci giorni per dedicarmi totalmente alla cucina, nuove ricette per nuovi clienti e un po' non vedo l'ora. Mi manca la cucina, in questo periodo. Non faccio la spesa da settimane, vivo a Roma e lavoro a Milano, passo da Bologna quasi per sbaglio e il tempo è sempre meno. Mi trovo a cucinare 15 ricette per il blog, in una giornata e poi mesi senza mani in pasta. Ho voglia domattina di andare per negozietti e supermercati. Ho voglia di comprare burro, latte, uova e tantissime verdure. Ho voglia di sperimentare gusti diversi e ho voglia di non pensare, per qualche giorno.
"E' solo una questione di abitudine, Macy". Si, deve essere così.
E allora, caro Cesare Cremonini, tu non mi aiuti. Premo play su Gianna Nannini, pubblico questo post e mi metto a dormire.
Adieu.
Macy
Tag:
Io in fila
Fish senza chips ovvero Stoccafisso in pastella.
Stoccafisso, mon amour.
Uno di quei pesci che o odi o ami. Il sapore forte e deciso, difficile da mascherare.
Anche se ... questa ricetta ad esempio è il mio pezzo forte per i non amanti del genere.
Così impastellato non può non piacere. Una meraviglia di sapori e di consistenza.
E una pastella preparata con il lievito di birra, morbida e croccante al tempo stesso.
Da rifare, fidatevi.
Uno di quei pesci che o odi o ami. Il sapore forte e deciso, difficile da mascherare.
Anche se ... questa ricetta ad esempio è il mio pezzo forte per i non amanti del genere.
Così impastellato non può non piacere. Una meraviglia di sapori e di consistenza.
E una pastella preparata con il lievito di birra, morbida e croccante al tempo stesso.
Da rifare, fidatevi.
mercoledì 8 febbraio 2012
La mia focaccia soffice a prova di bambino
Quando i miei bambini mi chiedono il panino morbido...intendono proprio questa.
Non esiste la crosticina in questa focaccia. E' tutta soffice e leggera...ideale per i bambini e per gli anziani.
L'ho provata con farine di ogni tipo, dal farro, al kamut, alla soia ma per i bambini che vogliono immergersi dentro, questa è la migliore. Fidatevi...ve lo dice una mamma che di brioche, panini, biscotti e torte ne sforna abbastanza.
Qual'è la sua particolarità? la faccio lievitare due volte e la bagno con acqua tiepida e olio per renderla più alta e soffice.
La faccio da anni e devo dire che è sempre un successo. Quindi se avete ospiti o anche bambini per casa...vi consiglio di mettere a lessare due patate lessa...capirete perchè.
Come si può servire? Si può farcire o mangiare così. I miei bimbi per esempio l'adorano (come la maggior parte dei piccoli) con il prosciutto cotto. Ma è splendida con il formaggio, le verdure. O si può condire come una pizza (prima di andare in forno) con ciò che più vi piace.
Ingredienti:
500 gr di farina manitoba
200 gr di farina 00
100 gr di burro fuso
50 gr d'olio evo
1 cubetto di lievito di birra 25 gr
1 cucchiaio di zucchero
2 patate medie
sale
acqua tiepida
salamoia (acqua+olioevo+sale grosso)
Lavorate insieme nella planetaria o in una terrina le farine con il lievito sciolto in poco latte o acqua tiepida. Aggiungete le patate lesse ancora calde, il burro fuso, l'olio e il sale. Impastate bene con il braccio impastatore o con le mani e aggiungete un po' d'acqua per rendere elastico e soffice il composto. Fate riposare il composto in una coppa in ceramica dai bordi alti per 1 ora e mezza.
Stendete poi l'impasto in una teglia rettangolare e con le mani fate dei buchi come per la più classica delle focaccie. Aggiungete la salamoia fatta con acqua, olio e sale grosso. Fate lievitare per un'altra mezz'ora. Infornate per 30 minuti a 180°.
Credetemi sulla parola, è buonissima...e tanto soffice.
Non esiste la crosticina in questa focaccia. E' tutta soffice e leggera...ideale per i bambini e per gli anziani.
L'ho provata con farine di ogni tipo, dal farro, al kamut, alla soia ma per i bambini che vogliono immergersi dentro, questa è la migliore. Fidatevi...ve lo dice una mamma che di brioche, panini, biscotti e torte ne sforna abbastanza.
Qual'è la sua particolarità? la faccio lievitare due volte e la bagno con acqua tiepida e olio per renderla più alta e soffice.
La faccio da anni e devo dire che è sempre un successo. Quindi se avete ospiti o anche bambini per casa...vi consiglio di mettere a lessare due patate lessa...capirete perchè.
Come si può servire? Si può farcire o mangiare così. I miei bimbi per esempio l'adorano (come la maggior parte dei piccoli) con il prosciutto cotto. Ma è splendida con il formaggio, le verdure. O si può condire come una pizza (prima di andare in forno) con ciò che più vi piace.
Ingredienti:
500 gr di farina manitoba
200 gr di farina 00
100 gr di burro fuso
50 gr d'olio evo
1 cubetto di lievito di birra 25 gr
1 cucchiaio di zucchero
2 patate medie
sale
acqua tiepida
salamoia (acqua+olioevo+sale grosso)
Lavorate insieme nella planetaria o in una terrina le farine con il lievito sciolto in poco latte o acqua tiepida. Aggiungete le patate lesse ancora calde, il burro fuso, l'olio e il sale. Impastate bene con il braccio impastatore o con le mani e aggiungete un po' d'acqua per rendere elastico e soffice il composto. Fate riposare il composto in una coppa in ceramica dai bordi alti per 1 ora e mezza.
Stendete poi l'impasto in una teglia rettangolare e con le mani fate dei buchi come per la più classica delle focaccie. Aggiungete la salamoia fatta con acqua, olio e sale grosso. Fate lievitare per un'altra mezz'ora. Infornate per 30 minuti a 180°.
Credetemi sulla parola, è buonissima...e tanto soffice.
martedì 7 febbraio 2012
Risotto con radicchio, porro e ... granciporro Irlandese.
Un risottino per iniziare bene la settimana.
Il radicchio tardivo che, con una sorella ormai trevigiana, non manca mai. E un'aggiunta decisamente indovinata. Il granciporro irlandese Shellfish de la Mer. Un equilibrio di sapori unico. Retrogusto amaro dato dal radicchio, dolcezza del porro e sapore del granciporro.
Vi chiedo scusa per la foto scattata in un istante, senza alcuna cura ... ma si stava raffreddando!!
Sapete, le priorità :-)
Il radicchio tardivo che, con una sorella ormai trevigiana, non manca mai. E un'aggiunta decisamente indovinata. Il granciporro irlandese Shellfish de la Mer. Un equilibrio di sapori unico. Retrogusto amaro dato dal radicchio, dolcezza del porro e sapore del granciporro.
Vi chiedo scusa per la foto scattata in un istante, senza alcuna cura ... ma si stava raffreddando!!
Sapete, le priorità :-)
domenica 5 febbraio 2012
Cose che creano dipendenza. No, le sigarette non c'entrano.
Immaginatevi una come me, chiusa in casa per due giorni, causa febbre, influenza e chipiùnehapiùnemetta.
Se già normalmente, tra lavoro, ricette e treni in giro per l'Italia, trovo il tempo di pensare troppo e di scrivere la mia adorata rubrica "Io, in fila", confessandovi momenti di down e di rinascita, provate a pensare a cosa non ho combinato in queste 48 ore casalinghe.
Quarantotto ore in quattro mura possono essere deleterie. O possono salvarti. Dipende sempre tutto dai punti di vista, no?
Avevo voglia di cucinare, ma niente. Incapacità di stare in piedi per più di 5 minuti. E allora divano, libri, pc, amici unici e sagra di dvd.
Ieri ho visto "Le quattro piume" e mentre lo guardavo con il mio amico che grazieaDioc'eralui, pensavo. Non è il genere di film che ti permette di pensare ad altro, nel mentre, e invece, ovviamente, io sono riuscita a farlo.
E ho pensato che non potrei fare a meno delle storie a lieto fine e il perché, immaginatelo voi. Ho pensato che sono dipendente dalla cioccolata, in ogni sua forma. Sono dipendente dalle domeniche con tuta e film e sono dipendente dagli amici, quelli veri. Sono dipendente dal mio Iphone e da tutti i social network collegati, ma giuro che sto cercando di smettere. Sono dipendente dalle mani in pasta, dal bisogno di cucinare per ritrovare il mio equilibrio. Sono dipendente dal Borotalco Spray e non posso fare a meno della Moleskine Diary rossa, quella grande, per intenderci. Sono dipendente dal rossetto rosso Dolce e Gabbana Scarlett nr. 195 e sono dipendente dagli abbracci. Buffo.
Sono dipendente dai tulipani e dai gesti spontanei e veraci, che partono dal cuore. Sono dipendente dal Vintage Tunina e sono dipendente dalla Beck's nelle serate d'estate bolognesi. Sono dipendente dagli occhi che mi guardano curiosi e sono dipendente dalle emozioni che non hanno bisogno di niente. Solo di esistere. E sono dipendente da Bologna coperta di neve, sono dipendente da Roma illuminata di notte, mentre un taxi mi riporta a casa, sono dipendente da Milano frenetica, mentre una mattina cerco casa disperatamente. Sono dipendente dalle 8 ore di sonno, sono dipendente dalla gastrite cronica e sono dipendente da Giuliano Sangiorgi nei momenti di down e non solo, sono dipendente dai sorrisi contagiosi, dalle risate che partono dalla pancia, dalle lacrime che sollevano.
Non posso vivere senza i libri di Oriana Fallaci e sono una nuova dipendente di Tobacco Vanille di Tom Ford. Tom, sono dipendente anche da te, credimi.
Sono dipendente dall'entusiasmo, quello che non ti fa stare ferma un minuto, dai Wayfarer tartaruga chiara, dall'abbattitore da cucina, dalla planetaria metallizzata, dalle ricette della nonna.
Sono dipendente dalle giornate piene, quelle che passano in fretta perché concentrate di persone, eventi ed emozioni. Sono dipendente dagli uomini protettivi, che ti fanno sentire al sicuro, anche solo con una parola. E sono dipendente dalla trasparenza. Verso gli altri, verso me stessa.
Sono dipendente dal mare, da Filippo Timi e da Elio Germano. Sono dipendente da Instagram e dal perfetto uso della punteggiatura, anche negli sms.
Sono dipendente da quelli che tornano, per chiederti scusa. E sono dipendente dalla parmigiana di melanzane, dalle arancine con ragù e piselli, dalla cassata siciliana. Forse, c'è un po' di Sicilia dentro di me.
Sono dipendente dall'odore della carta dei quotidiani, sono dipendente dagli umili e mai dai "migliori", sono dipendente dal ketchup sulle patatine fritte e dall'hamburger di Roadhouse pre-cinema della domenica sera, sono dipendente dallo spaghettone di Gragnano nr.8 e sono dipendente dalle cene con gli amici.
Sono dipendente dalla gente che ti dimostra la tua stessa voglia e sono dipendente da quei nomignoli carini che tanto detestavo anni fa. Quando ero fredda e distaccata, per intenderci.
Sono dipendente dal tacco 10, u know, sono dipendente da quelle piantine di basilico sul terrazzo, sono dipendente da chi si mette in gioco, paura compresa, e alla fine di tutto sono dipendente da questa rubrica, ahivoi.
Smetterò, prima o poi.
Macy
Se già normalmente, tra lavoro, ricette e treni in giro per l'Italia, trovo il tempo di pensare troppo e di scrivere la mia adorata rubrica "Io, in fila", confessandovi momenti di down e di rinascita, provate a pensare a cosa non ho combinato in queste 48 ore casalinghe.
Quarantotto ore in quattro mura possono essere deleterie. O possono salvarti. Dipende sempre tutto dai punti di vista, no?
Avevo voglia di cucinare, ma niente. Incapacità di stare in piedi per più di 5 minuti. E allora divano, libri, pc, amici unici e sagra di dvd.
Ieri ho visto "Le quattro piume" e mentre lo guardavo con il mio amico che grazieaDioc'eralui, pensavo. Non è il genere di film che ti permette di pensare ad altro, nel mentre, e invece, ovviamente, io sono riuscita a farlo.
E ho pensato che non potrei fare a meno delle storie a lieto fine e il perché, immaginatelo voi. Ho pensato che sono dipendente dalla cioccolata, in ogni sua forma. Sono dipendente dalle domeniche con tuta e film e sono dipendente dagli amici, quelli veri. Sono dipendente dal mio Iphone e da tutti i social network collegati, ma giuro che sto cercando di smettere. Sono dipendente dalle mani in pasta, dal bisogno di cucinare per ritrovare il mio equilibrio. Sono dipendente dal Borotalco Spray e non posso fare a meno della Moleskine Diary rossa, quella grande, per intenderci. Sono dipendente dal rossetto rosso Dolce e Gabbana Scarlett nr. 195 e sono dipendente dagli abbracci. Buffo.
Sono dipendente dai tulipani e dai gesti spontanei e veraci, che partono dal cuore. Sono dipendente dal Vintage Tunina e sono dipendente dalla Beck's nelle serate d'estate bolognesi. Sono dipendente dagli occhi che mi guardano curiosi e sono dipendente dalle emozioni che non hanno bisogno di niente. Solo di esistere. E sono dipendente da Bologna coperta di neve, sono dipendente da Roma illuminata di notte, mentre un taxi mi riporta a casa, sono dipendente da Milano frenetica, mentre una mattina cerco casa disperatamente. Sono dipendente dalle 8 ore di sonno, sono dipendente dalla gastrite cronica e sono dipendente da Giuliano Sangiorgi nei momenti di down e non solo, sono dipendente dai sorrisi contagiosi, dalle risate che partono dalla pancia, dalle lacrime che sollevano.
Non posso vivere senza i libri di Oriana Fallaci e sono una nuova dipendente di Tobacco Vanille di Tom Ford. Tom, sono dipendente anche da te, credimi.
Sono dipendente dall'entusiasmo, quello che non ti fa stare ferma un minuto, dai Wayfarer tartaruga chiara, dall'abbattitore da cucina, dalla planetaria metallizzata, dalle ricette della nonna.
Sono dipendente dalle giornate piene, quelle che passano in fretta perché concentrate di persone, eventi ed emozioni. Sono dipendente dagli uomini protettivi, che ti fanno sentire al sicuro, anche solo con una parola. E sono dipendente dalla trasparenza. Verso gli altri, verso me stessa.
Sono dipendente dal mare, da Filippo Timi e da Elio Germano. Sono dipendente da Instagram e dal perfetto uso della punteggiatura, anche negli sms.
Sono dipendente da quelli che tornano, per chiederti scusa. E sono dipendente dalla parmigiana di melanzane, dalle arancine con ragù e piselli, dalla cassata siciliana. Forse, c'è un po' di Sicilia dentro di me.
Sono dipendente dall'odore della carta dei quotidiani, sono dipendente dagli umili e mai dai "migliori", sono dipendente dal ketchup sulle patatine fritte e dall'hamburger di Roadhouse pre-cinema della domenica sera, sono dipendente dallo spaghettone di Gragnano nr.8 e sono dipendente dalle cene con gli amici.
Sono dipendente dalla gente che ti dimostra la tua stessa voglia e sono dipendente da quei nomignoli carini che tanto detestavo anni fa. Quando ero fredda e distaccata, per intenderci.
Sono dipendente dal tacco 10, u know, sono dipendente da quelle piantine di basilico sul terrazzo, sono dipendente da chi si mette in gioco, paura compresa, e alla fine di tutto sono dipendente da questa rubrica, ahivoi.
Smetterò, prima o poi.
Macy
venerdì 3 febbraio 2012
Cose da dimenticare. Iniziando da oggi.
Giornata da dimenticare, questa.
Sono salita su questo treno AV direzione Milano, per puro miracolo. Sarebbe dovuto partire alle 17.15, ma alle 17.27 era ancora li. Come se stesse aspettando noi.
Roma con la neve riesce a diventare la città più antipatica d'Italia. E se ci metti anche la febbre a 38, due Actifed presi durante le registrazioni delle prime due puntate, un mal di testa da urlo, la neve alta 40 cm, gli strippi giustificati dei miei compagni di viaggio, le 3 ore e mezza in macchina per percorrere 10 km, la metro sovraffollata e il treno preso al volo, con rischio collasso in diretta, beh, antipatica divento io, più che Roma.
E ora in questa carrozza semideserta, mentre il mio chefconduttorepreferito se la dorme con annessa mascherina, io mangio Krumiri gentilmente offerti da Trenitalia, bevo thè caldo al limone e penso che questa giornata io la voglio dimenticare.
E allora improvvisamente penso che voglio dimenticare anche quel giorno in cui una persona, guardandomi negli occhi, mi ha detto che avrebbe cambiato città e che forse, sarebbe stato meglio finirla lì. E quella mattina in cui ho deciso di cambiare colore e taglio di capelli, diventando improvvisamente "quella col caschetto rosso". Voglio dimenticare tutte le volte che ho incassato colpi senza reagire e voglio dimenticare quella volta in cui ero troppo piccola per capire che ti avrei fatto male. Voglio dimenticare le urla stupide di protesta, fatte solo per attirare attenzione, e voglio dimenticare quel terribile hamburger mangiato da sola nella stazione di Milano, quella sera.
Voglio dimenticare il dolore del tacco 12 post discoteca e voglio dimenticare gli effetti del rhum e pera di quando avevo 20 anni.
Voglio dimenticare le parolacce di oggi contro chiunque e voglio dimenticare quell'estate in cui io e Carla facevamo a gara a chi era più magra e io ero irriconoscibile rispetto ad oggi. Chissà perché.
Voglio dimenticare le persone che sono state e che sono mancanti, in qualcosa. E voglio dimenticare quelle che mi hanno fatto male, per pigrizia o semplicemente per sentirsi più forti, almeno una volta.
Potrei disegnarle una ad una. Perché cercando di dimenticare, non si fa altro che ricordare.
E allora è tutto inutile.
O forse, in una giornata in cui Trenitalia sopprime ogni treno e in cui l'unica corsa garantita è Roma-Milano senza fermate intermedie, un treno che ti aspetta quasi per miracolo e ti accompagna a Bologna, è improvvisamente qualcosa da ricordare?
Qualcosa per cui sorridere, anche quando tutti attorno sembrano non averne voglia.
Anche quando tutto sembra da dimenticare.
Macy
Sono salita su questo treno AV direzione Milano, per puro miracolo. Sarebbe dovuto partire alle 17.15, ma alle 17.27 era ancora li. Come se stesse aspettando noi.
Roma con la neve riesce a diventare la città più antipatica d'Italia. E se ci metti anche la febbre a 38, due Actifed presi durante le registrazioni delle prime due puntate, un mal di testa da urlo, la neve alta 40 cm, gli strippi giustificati dei miei compagni di viaggio, le 3 ore e mezza in macchina per percorrere 10 km, la metro sovraffollata e il treno preso al volo, con rischio collasso in diretta, beh, antipatica divento io, più che Roma.
E ora in questa carrozza semideserta, mentre il mio chefconduttorepreferito se la dorme con annessa mascherina, io mangio Krumiri gentilmente offerti da Trenitalia, bevo thè caldo al limone e penso che questa giornata io la voglio dimenticare.
E allora improvvisamente penso che voglio dimenticare anche quel giorno in cui una persona, guardandomi negli occhi, mi ha detto che avrebbe cambiato città e che forse, sarebbe stato meglio finirla lì. E quella mattina in cui ho deciso di cambiare colore e taglio di capelli, diventando improvvisamente "quella col caschetto rosso". Voglio dimenticare tutte le volte che ho incassato colpi senza reagire e voglio dimenticare quella volta in cui ero troppo piccola per capire che ti avrei fatto male. Voglio dimenticare le urla stupide di protesta, fatte solo per attirare attenzione, e voglio dimenticare quel terribile hamburger mangiato da sola nella stazione di Milano, quella sera.
Voglio dimenticare il dolore del tacco 12 post discoteca e voglio dimenticare gli effetti del rhum e pera di quando avevo 20 anni.
Voglio dimenticare le parolacce di oggi contro chiunque e voglio dimenticare quell'estate in cui io e Carla facevamo a gara a chi era più magra e io ero irriconoscibile rispetto ad oggi. Chissà perché.
Voglio dimenticare le persone che sono state e che sono mancanti, in qualcosa. E voglio dimenticare quelle che mi hanno fatto male, per pigrizia o semplicemente per sentirsi più forti, almeno una volta.
Potrei disegnarle una ad una. Perché cercando di dimenticare, non si fa altro che ricordare.
E allora è tutto inutile.
O forse, in una giornata in cui Trenitalia sopprime ogni treno e in cui l'unica corsa garantita è Roma-Milano senza fermate intermedie, un treno che ti aspetta quasi per miracolo e ti accompagna a Bologna, è improvvisamente qualcosa da ricordare?
Qualcosa per cui sorridere, anche quando tutti attorno sembrano non averne voglia.
Anche quando tutto sembra da dimenticare.
Macy
Tag:
Io in fila
Coccoliamoci con un piatto caldo...
Prevedono il picco di freddo sabato. In tutta Italia.
Bologna è sommersa di neve, disagi in tutte le città del centro e nord ovest. Scuole chiuse, treni in ritardo, trasporti locali che non funzionano.
Qui a Treviso è arrivato un vento gelido. La città in alcune fasce orarie si paralizza e diventa deserta.
Nelle ore pomeridiane non si vedono più bambini e anziani. E' troppo freddo. E' pericoloso.
Non nevica ma la stiamo aspettiando. E allora, noi, i più fortunati, ci chiudiamo in casa e ci coccoliamo con un piatto caldo...
Ieri al telegiornale dicevano di mangiare verdura ricca di vitamine (come i cavoli e le carote), di bere acqua e bevande calde.
Così oggi per tutta la famiglia ho preparato una crema di verdure. Che possano apprezzare anche i bambini.
Cavolo cappuccio e patate. Una zuppa calda e avvolgente per queste fredde giornate d'inverno.
E per un tocco di eleganza, una capasanta gratinata al forno.
Bologna è sommersa di neve, disagi in tutte le città del centro e nord ovest. Scuole chiuse, treni in ritardo, trasporti locali che non funzionano.
Qui a Treviso è arrivato un vento gelido. La città in alcune fasce orarie si paralizza e diventa deserta.
Nelle ore pomeridiane non si vedono più bambini e anziani. E' troppo freddo. E' pericoloso.
Non nevica ma la stiamo aspettiando. E allora, noi, i più fortunati, ci chiudiamo in casa e ci coccoliamo con un piatto caldo...
Ieri al telegiornale dicevano di mangiare verdura ricca di vitamine (come i cavoli e le carote), di bere acqua e bevande calde.
Così oggi per tutta la famiglia ho preparato una crema di verdure. Che possano apprezzare anche i bambini.
Cavolo cappuccio e patate. Una zuppa calda e avvolgente per queste fredde giornate d'inverno.
E per un tocco di eleganza, una capasanta gratinata al forno.
giovedì 2 febbraio 2012
Bocconcini di pollo caramellati alla soia, in 15 minuti.
Eccomi, sono tornata!
Dopo 5 giorni senza computer...(si è fuso il caricatore), senza internet ma soprattutto senza blog e senza ricette, sono tornata da voi e sono felice!
E con un piatto che ho preparato in 15 minuti (preparazione + cottura).
Ottimo per una cena informale in famiglia o per una cena fusion con gli amici. A voi la scelta...
Amo la cucina asiatica. Mi piace il gusto agrodolce, la soia, le salsine piccanti e le verdure croccanti nel wok.
Ma non sempre ho la possibilità di andare in un buon ristorante asiatico e alla fine quando ci vado, cado sempre sul sushi...la mia rovina.
Così ieri sera guardando i petti di pollo e le carote mi sono detta: stasera cambiamo menu...andiamo in Oriente!
E' nato così questo piatto, viaggiando nella dispensa!
E non immaginate gli incontri che riesco a fare...
Una ricetta nata sul momento. Fatta in 15 minuti d'orologio!
Risultato ottimo.
Volete sapere come? Seguitemi...
Dopo 5 giorni senza computer...(si è fuso il caricatore), senza internet ma soprattutto senza blog e senza ricette, sono tornata da voi e sono felice!
E con un piatto che ho preparato in 15 minuti (preparazione + cottura).
Ottimo per una cena informale in famiglia o per una cena fusion con gli amici. A voi la scelta...
Amo la cucina asiatica. Mi piace il gusto agrodolce, la soia, le salsine piccanti e le verdure croccanti nel wok.
Ma non sempre ho la possibilità di andare in un buon ristorante asiatico e alla fine quando ci vado, cado sempre sul sushi...la mia rovina.
Così ieri sera guardando i petti di pollo e le carote mi sono detta: stasera cambiamo menu...andiamo in Oriente!
E' nato così questo piatto, viaggiando nella dispensa!
E non immaginate gli incontri che riesco a fare...
Una ricetta nata sul momento. Fatta in 15 minuti d'orologio!
Risultato ottimo.
Volete sapere come? Seguitemi...
Iscriviti a:
Post (Atom)